Dal porto marittimo principale dell'isola d’Ischia, si può immaginare il timore degli abitanti mentre le enormi navi da guerra statunitense arrivarono nel golfo verso la fine della seconda guerra mondiale. L’imponente dimensione di una sola di queste navi gettò un'ombra sull’intera città ed i suoi pescatori corserò a sotterrare le barche prima che le onde arrivassero. Anche se le dimensioni di quelle navi da guerra erano significative, gli ischitani si dimostrarono già abituati alle invasioni più o meno ostili, così come alle costanti trasformazioni del paesaggio vulcanico dell'isola nel corso dei secoli. L’isola d’Ischia ha un’origine prettamente vulcanica, come conferma il mito greco di Tifeo, gigante ribelle e superbo, condannato da Giove all’eterno imprigionamento sotto l’isola di Pithecusae (Ischia, appunto) e che col suo movimento imprevedibile fa tremare la terra e fuoriuscire le acque, simboleggiando la notevole attività eruttiva del tempo. Il nome Pithecusae sembra derivare dal greco Pithekos (scimmia), da cui si presupporrebbe un’improbabile presenza di quest’animale sul territorio isolano. Ciò è legato allo sbarco sull’isola di un gruppo di coloni greci provenienti dall’isola di Eubea in cui intorno al 770 a.C. decisero di prendere dimora, stabilendosi nell’attuale valle di San Montano, un territorio che garantiva protezione dagli allora frequenti fenomeni vulcanici e che consentiva un tranquillo e comodo approdo alle imbarcazioni nella baia antistante.
In questo periodo sull’isola è fervente il mercato coloniale ed assai fiorente l’industria della ceramica e della metallurgia, come ben testimoniano i numerosi reperti archeologici ritrovati. Tra questi, il più noto e significativo è certamente la cosiddetta Coppa di Nestore, una tazza proveniente da Rodi, rinvenuta in una tomba a cremazione della necropoli pithecusana su cui è inciso, in alfabeto euboico, un epigramma di tre versi, facente riferimento all’omonima coppa descritta da Omero nell’Iliade. Il lento ma inesorabile declino di Pithecusae, che resta comunque la più antica colonia greca dell’occidente, è legato alla contemporanea espansione ellenica in terraferma ed in particolare, allo sviluppo dell’antistante Cuma, di cui l’isola diventa deferente. Dopo svariate peripezie storiche, l'isola passa sotto il dominio romano e prende il nome di Aenaria, dal latino aenum (bronzo), a confermare la sempre florida attività metallurgica sviluppatasi nella zona. Durante questa fase storica il territorio isolano è spesso teatro di violente eruzioni e devastanti terremoti che impoveriscono l’ambiente, rallentandone lo sviluppo e riducendone l’abitabilità.
Intorno alla fine del IV sec. d.C., Ischia, termine ultimo per denominare l’isola derivante dal latino insula (isola), è coinvolta nel progressivo decadimento dell’Impero Romano, duramente colpito dalle continue ed implacabili invasioni barbariche che non risparmiano nemmeno lo scoglio ischitano, più volte completamente distrutto e depredato.
Intorno all’anno 813 si colloca l’avvento dei saraceni ai quali succedono i Duchi di Napoli che governano l’isola per oltre duecento anni nei quali va ricordata una parentesi di potere della dinastia Normanna. Nel 1228, una scossa di terremoto dalle proporzioni sconvolgenti devasta Ischia, provocando oltre 800 vittime e danni ingentissimi. Con la fine del Ducato di Napoli l’isola segue le sorti della città partenopea, passando sotto il dominio dapprima degli Svevi, poi degli Angioini e degli Aragonesi.
Intorno all’anno 813 si colloca l’avvento dei saraceni ai quali succedono i Duchi di Napoli che governano l’isola per oltre duecento anni nei quali va ricordata una parentesi di potere della dinastia Normanna. Nel 1228, una scossa di terremoto dalle proporzioni sconvolgenti devasta Ischia, provocando oltre 800 vittime e danni ingentissimi. Con la fine del Ducato di Napoli l’isola segue le sorti della città partenopea, passando sotto il dominio dapprima degli Svevi, poi degli Angioini e degli Aragonesi.
Nel 1300, è da ricordare l’eruzione dell’Epomeo che rigetta nel dramma la popolazione ischitana, una settantina di anni prima costretta a fare i conti con la ricostruzione post-terremoto. Dopo quattro anni in cui l’isola fu pressoché disabitata, un manipolo di Ischitani, di ritorno dalla terraferma, dove si erano rifugiati per sfuggire alla furia della natura, si stabilì sull’isolotto del Castello Aragonese, massiccia e imponente fortezza difensiva destinata a diventare nel tempo cenacolo letterario e ritrovo mondano di notevole fama. Trascorso un periodo di lento ripopolamento, sotto la dinastia borbonica Ischia riacquista fervore economico e benessere grazie ad una serie d’interventi atti a migliorarne la struttura viaria, l’edificazione di molti luoghi di culto e la costruzione del porto.
Decaduto l’impero Borbonico, l’isola è annessa alla Provincia di Napoli facente parte del neonato Regno d’Italia. Nel 1881 e 1883 due nuovi fenomeni sismici di notevole intensità colpirono nuovamente Ischia, in particolar modo la cittadina di Casamicciola, già allora rinomata dal punto di vista turistico, soprattutto per la fiorente attività termale. All’inizio del 1900 molti ischitani si trasferirono all’estero in cerca di lavoro, in molti emigrarono fin nelle Americhe, altri cercarono invece di creare le prime strutture turistiche moderne da cui trarre sussistenza. A cavallo tra le due grandi guerre, l’avvento del fascismo concise con un periodo di rinascita e assestamento dell’economia isolana con una serie di iniziative del regime tendenti a migliorare la vivibilità dell’isola.
Verso gli inizi degli anni ‘60 Ischia vive un vero e proprio boom turistico, dotandosi di strutture all’avanguardia e diventando uno dei più importanti centri termali europei e teatro di indimenticabili eventi mondani: personaggi come Angelo Rizzoli, Luchino Visconti, Pierpaolo Pasolini, Liz Taylor, Richard Burton, Alberto Moravia, Elsa Morante, Pablo Neruda, Jackelin Kennedy, Aristotele Onassis e molti altri ancora, contribuiscono a dare fama e notorietà enorme all’isola verde scenario in questo periodo di moltissimi film di successo e di innumerevoli flirt da copertina. Ospiti illustri contribuirono a spargere la fama e la notorietà “dell'isola verde” che divenne il luogo preferito di una serie di sceneggiature e pellicole di successo, occupando un posto nel cuore dei suoi ospiti internazionali.
Oggi, le luci delle navi da crociera ormeggianti hanno sostituito le ombre delle navi da guerra. Al posto dei barbari e dei liberatori si sono sostituiti numerosi turisti, guidati nei porti sicuri d'Ischia. L'Ischia del ventunesimo secolo è una destinazione di turismo grazie all'ampia offerta di spiagge pulite, fonti termali naturali, cibo fresco ed un ambiente a dimensione d'uomo, continuando a mantenere il fascino di un luogo d'intrigo storico ed interesse culturale.
From the main maritime port of the island of Ischia, one can imagine the awe of the Ischian locals as the huge US warships entered the Gulf towards the end of World War II. The size of the ships cast a shadow over the town and sent fishermen scurrying to land their boats before the waves arrived. Yet although the size of those warships would have been something, Ischia was already used to strange comings and goings, hostile as well as welcomed, starting with the formation of island landscape itself. Ischia's volcanic origins are noted not only in geological textbooks but are confirmed by the Greek myth of Tifeo. An arrogant and rebellious giant, Tifeo was condemned to eternal imprisonment under the island of Pithecusa, now Ischia, by Jupiter, King of the Gods. Tifeo's ranting and roving created the earth tremors and water geysers symbolic of the volcanic activity of the past and the creation of the island now known as Ischia.
Ischia's original name, Pithecusa, appears to derive from the Greek "Pithekos", a monkey or prankster, and has its roots in the landing of a group of Greek colonists from the island of Eubea. The earliest Greek colony in the west, the group settled in the Bay of San Montano, now part of the region of Lacco Ameno, around 770 B.C. The bay was largely immune from volcanic eruptions of the time and offered a safe and comfortable harbour between two hills, Montevico and Mezzatorre. In this period the island became a flourishing production-house for ceramics and metallurgy. Archaeological digs on the site have unearthed numerous artefacts, the most significant that of "Nestor's Cup". This clay cup was found in a tomb of the Pithecusan necropolis and is inscribed, in the Euboan alphabet, with a three verse epigram referring to the cup of the same name described in Homer's Iliad. In fact trade from Ischia and nearby Cuma were key to passing on the Greek alphabet to the Etruscans, later developing into Latin.
As the Greek era ended, Ischia fell under Roman rule and the island took the name Aenaria, from the Latin "aenum", bronze, confirming the ongoing metallurgic activity in the region. During this phase of the island's history it was often subject to violent eruptions and earthquakes that slowed development and limited its habitable areas.
From the end of the fourth century A.C. Ischia was caught up in the progressive decline of the Roman Empire, often depredated by barbarian invasions. In 813 A.C. the Saracens overran the island, followed by the Neapolitan Duchy, who governed for over two centuries only temporarily interrupted by the Normans. With the end of Naples' power, the island followed the mainland's fate, passing under the successive control of the Swabian, Angevin and Aragonese dynasties.
In 1228 an earthquake killed over 800 people on Ischia and caused huge damage. In 1301 a volcanic eruption again drastically reduced the island's population. After the eruption the island remained largely uninhabited for some years until a group of refugees returned to live inside the island's castle at Ischia Ponte. Enclosed in the protective fortress of the Aragonese Castle and under the economic fertility and wellbeing of the Bourbon dynasty, Ischia's population slowly grew again. The Bourbons instituted a development program to improve infrastructure as well as build the port facilities, now Ischia Porto, and religious sites.
When the Bourbon regime fell, Ischia was annexed to the province of Naples and became part of the newborn Kingdom of Italy. In 1881 and '83 two more seismic quakes hit. The town of Casamicciola especially suffered widespread damage and at the beginning of the 1900s many Ischians left the island, emigrating to North America in search of work. Those that remained began to create the first modern tourist structures as a means of economic development and subsistence. In between the two world wars, the fascist regime implemented a series of initiatives aimed at increasing the island's liveability and economic viability.
When the Bourbon regime fell, Ischia was annexed to the province of Naples and became part of the newborn Kingdom of Italy. In 1881 and '83 two more seismic quakes hit. The town of Casamicciola especially suffered widespread damage and at the beginning of the 1900s many Ischians left the island, emigrating to North America in search of work. Those that remained began to create the first modern tourist structures as a means of economic development and subsistence. In between the two world wars, the fascist regime implemented a series of initiatives aimed at increasing the island's liveability and economic viability.
After the war, at the beginning of the '60s, Ischia experienced a true tourist boom. Newly built avant-garde hotels and thermal facilities attracted some of the world's most rich and famous. Stars such as Liz Taylor and Richard Burton, business figures like Jacqueline Kennedy, Aristotle Onassis and Angelo Rizzoli, as well as artists Luchino Visconti, Elsa Morante, Pierpaolo Pasolini, Pablo Neruda and Alberto Moravia. Illustrious visitors helped spread the fame and notoriety of the "green isle". It became the scene of a string of successful films and cover shoots as well as cementing a place in the heart of visitors from around the world.
Today, the lights of cruise liners have replaced warship shadows and it's tourists rather than barbarians and liberators who are guided into Ischia's safe harbours. Ischia of the 21st century is a holiday destination, with clean seas, natural thermal springs, fresh food and a relaxing pace, but no less a place of historical intrigue and cultural interest.
Today, the lights of cruise liners have replaced warship shadows and it's tourists rather than barbarians and liberators who are guided into Ischia's safe harbours. Ischia of the 21st century is a holiday destination, with clean seas, natural thermal springs, fresh food and a relaxing pace, but no less a place of historical intrigue and cultural interest.